Breve Storia di un pezzo di Carne

Vivo lo ero già da un po’, ma la mia vera vita è cominciata solo quando mi hanno tirato fuori da quella "prigione", fatta di pelle e pelo. Uscire da lì è stato traumatico, l’intero corpo intorno a me ha cominciato a sgretolarsi, distrutto da un qualcosa di ferro tenuto in mano da un’altra cosa con la pelle, ma non era come me. Sono stato staccato dal resto, dai miei amici\: finora avevo sempre vissuto solo con gli altri pezzi di carne, erano la mia vita... fortunatamente sono stato subito unito ad altri nuovi amici, vicino ad un cartellino e in attesa di un qualcosa che solo dopo avrei capito si chiamasse "imballaggio". Sul mio cartellino c’era scritto qualcosa che ci fece capire cosa eravamo, eravamo tutti simili per forma ed odore, ma da quel momento ho davvero scoperto che cosa sono\: "lombata di manzo" diceva il cartellino...

Vivo lo ero già da un po’. Non so da quanto tempo di preciso\: forse 5, forse 6 o addirittura 8 mesi. Tanto tempo ero stato lì, rinchiuso in quella prigione fatta di pelle e pelo, ma fortunatamente ho potuto conoscere i miei amici, altri pezzi del corpo di quell’animale\: la mucca. Ma un giorno accadde ciò che non mi sarei mai aspettato... La luce... Un pezzo di ferro mi taglia via, strappandomi da quella che era stata finora la mia casa. Solo poche ore prima avevo sentito una gran botta, eravamo caduti a terra, a peso morto, ma solo dopo qualche ora un pezzo di ferro affilato mi ha spezzato via. Qualcosa fatto di pelle mi prese in mano e mi appoggiò su un altro scaffale dove incontrai molti altri che come me stavano lì\: impauriti e smarriti anche loro. Venne appoggiato a fianco a noi un cartellino. Questo identificava tutti noi, che eravamo così simili per forma ed odore\: eravamo tutti delle "lombata di manzo".

Più tardi subì degli strani processi e solo col tempo capì come si chiamava ciò che mi avevano fatto\: ero stato lavato, tagliato ulteriormente e imballato, avvolto in un’altra brutta prigione chiamata plastica. Ora ero più piccolo e nuovamente imprigionato, una situazione orribile. Passò del tempo, viaggiai su più camion insieme ad altre confezioni come la mia ed infine venni appoggiato su un altro scaffale. Era un posto incredibilmente fresco e mi trovavo a fianco moltissime altre confezioni di carne... Ho scoperto di essere questo infatti\: un taglio di carne della mucca, la lombata. Le giornate trascorrevano lunghe in quel luogo e vedevo moltissime persone che scorrevano davanti a me, ma mai prendendomi o anche solamente guardandomi. Parlando con altri tagli di carne avevo capito che il mio obiettivo era quello di essere acquistato per poi essere mangiato da qualcuno, bambino o adulto che sia.

Il tempo passava e non venivo acquistato. Sempre nuovi amici arrivavano a fianco a me ma come arrivavano se ne andavano altrettanto velocemente. Ero ormai convinto che sarei stato lì per sempre con l'alternarsi continuo della luce e del buio, le persone che mi passavano davanti e la tristezza che sempre più mi prendeva.

Era passato tanto, troppo tempo ma finalmente qualcuno mi prese\: ero finalmente stato acquistato! Ero così felice, finalmente avevo raggiunto quello che era il mio vero scopo! Tuttavia la situazione era strana. Mi aspettavo di essere portato fuori da quel negozio infernale ma invece mi sembrava di esserne trasportato sempre più all’interno. Non capivo, ero confuso. Intorno a me non c’era più nessun altro pezzo di carne e anche questa volta la mano che mi aveva sollevato mi aveva abbandonato su uno scaffale vuoto. Lì era sempre buio e il caldo mi divorava. Stavo cominciando ad invidiare il mio vecchio scaffale\: fresco, illuminato la maggior parte del tempo ma soprattutto non ero solo. Mi mancavano i miei vecchi amici e mi sentivo strano, come se il mio corpo stesse degradando. Ero sempre più triste e non credevo che la mia situazione sarebbe potuta mai tornare come quella di prima.

Stavo morendo, ormai ne ero consapevole. La mia storia sta giungendo al termine. Dopo molto tempo fermo lì alla fine venni tolto da quell’orribile confezione e venni gettato in un posto ancora più buio e triste. Il mio corpo aveva cambiato colore e mi sentivo puzzare. Odiavo il mio colore verdastro e quell’odoraccio che inondava tutta l’aria.

E ora mi trovo qui, vicino alla mia morte definitiva, senza amici e senza aver mai raggiunto quello che doveva essere il mio obiettivo, ma ricordando tutto quello che ho passato.